Reinhold Messner

Reinhold Messner è nato il 17 settembre 1944 a Bressanone, da molti è considerato il miglior alpinista di sempre; secondogenito di nove fratelli. Dopo gli studi di geometra e la frequentazione dell'Università a Padova, ha iniziato giovanissimo la sua attività di scalatore, divenendo noto negli anni Sessanta per una serie di rischiose ascensioni solitarie. Il padre lo introdusse all'alpinismo, e sin dall'età di tredici anni prese a scalare le vette alpine in primis quelle Dolomitiche. E’ noto al grande pubblico per essere stato il primo alpinista ad aver scalato tutti gli ottomila, ossia le quattordici cime che superano gli 8000 metri sul livello del mare. Da almeno trent'anni è uno dei grandi protagonisti dell'alpinismo mondiale: tra le 3500 scalate da lui effettuate, circa 100 sono prime assolute, aprendo itinerari nuovi, d'inverno e in solitaria (alcuni non ancora ripetuti) e limitando al minimo indispensabile l'uso di mezzi artificiali. La sua infanzia è segnata dalle prime scalate effettuate a soli cinque anni insieme al padre sulle "Odle", un gruppo montuoso nei pressi del suo logo di nascita, Bressanone. In seguito, intraprende una serie di ascensioni sulle Dolomiti insieme al fratello Guenther. Da tutto questo prende il via la sua grande passione per la montagna, che lo porta in seguito a "scoprire" il ghiaccio con le prime ascensioni sul monte Bianco, a compiere uscite in altri continenti, oltre che a sperimentare ascese di 6.000 metri di altitudine sulle cime delle Ande. Quando il suo nome comincia ormai a circolare fra gli addetti ai lavori, ecco che riceve, assieme al fratello Guenther, la sua prima chiamata per aggregarsi a una spedizione, quella del Nanga Parbat, un massiccio montuoso che farebbe tremare le vene a chiunque. E' per Messner la prima grande avventura alla scoperta degli 8.000 metri, la quota che lo renderà famoso negli annali dell'alpinismo. Messner, infatti, ha scalato alcune fra le pareti più lunghe del mondo, e tutte le quattordici cime sopra gli 8000 metri presenti sul globo terracqueo.

Un inizio però oltremodo drammatico, una scalata, quella del Nanga Parbat (1970), tragica, che ha visto la morte di Guenther al ritorno della salita, e lo stesso Reinhold Messner subì l'amputazione di sette dita dei piedi, in seguito al congelamento. Naturale dunque in Reinhold la voglia di lasciare, un desiderio che avrebbe colpito chiunque. Ma Messner non è "chiunque" e, oltre al suo grande amore per la montagna, una cosa l’ha sempre caratterizzato: la grande volontà e determinazione d'animo, recentemente messa anche al servizio di battaglie politiche a fianco dei Verdi per la salvaguardia e tutela dell'ambiente (tristemente celebri sono, ad esempio, gli scempi perpetrati ai danni delle grandi montagne indiane).

Poi la grande e sofferta decisione di continuare con la sua vita di avventura.
Nel 1975, completa con Peter Habeler la prima ascesa senza ossigeno artificiale di una vetta oltre gli ottomila metri: il Gasherbrum I.
Nel 1978 si getta nell'impresa più rischiosa, la scalata dell'Everest in stile alpino, ossia senza l'ausilio dell'ossigeno, compiendo l'ascesa con Peter Habeler. In seguito, dopo il successo clamoroso di questa impresa, ne tenta un'altra ancora più temeraria: la scalata dell'Everest in solitaria (1980).
Reinhold Messner perviene a questi risultati anche grazie allo studio dei grandi alpinisti del passato, dove nel suo museo a Solda ha raccolto di ognuno di essi oggetti che raccontano della loro vita. E' talmente legato alla loro memoria e a quello che rappresentano che lo stesso Messner ha confessato di programmare le sue spedizioni attraverso lo studio delle loro avventure.
Altra impresa eccezionale di questo personaggio è stata poi la prima traversata del continente antartico passando per il polo sud (insieme a Arven Fuchs), compiuta senza motori o cani, ma solo con la forza muscolare o con la spinta del vento; analogamente, nel 1993, con il secondo fratello Hubert, ha attraversato la Groenlandia.
Messner vanta anche la conoscenza fisica completa della sua terra, avendo più volte eseguito il giro dei confini del Sud Tirolo con Hans Kammerlander, scalando non solo cime ma fermandosi anche a parlare e a discutere con i contadini e con chi si trova ad abitare in posti disagevoli, cercando di capire i loro bisogni.
Personaggio noto in campo internazionale, ha tenuto conferenze in Giappone, Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania, Austria, Svizzera, Olanda, Argentina e Spagna; è stato collaboratore di centinaia di documentari ed ha al suo attivo decine di pubblicazioni sulle riviste più disparate (Epoca, Atlante, Jonathan, Stern, Bunte, Geo, National Geographic ...). Fra i premi letterari che ha ricevuto vi sono il premio "ITAS" (1975), "Primi Monti" (1968), "Dav" (1976/1979); numerose anche le onorificenze ottenute in Italia, Stati Uniti, Nepal e Pakistan.
All'età di 60 anni Messner ha compiuto l'ennesima impresa attraversando a piedi il deserto asiatico del Gobi. Ha impiegato otto mesi per percorrere 2000 km, realizzando il suo viaggio in solitaria, trasportando uno zaino di oltre 40 kg con una riserva d'acqua di 25 litri.
Nel 1999 divenne parlamentare europeo per i Verdi, ricevendo oltre 20 mila preferenze nella circoscrizione nord-est, ma non si ricandidò alle successive elezioni del 2004. Dal 2004 l'attenzione di Messner è dedicata principalmente a un progetto di apertura dei musei della montagna.
Messner ha conquistato i quattordici ottomila nelle seguenti date:
• 1970: Nanga Parbat (8125 m)
• 1972: Manaslu (8156 m)
• 1975: Gasherbrum I (Picco nascosto) (8068 m)
• 1977: Dhaulägiri (8167 m)
• 1978: Everest (8846 m), Nanga Parbat (8125 m)
• 1979: K2 (8611 m)
• 1980: Everest (8846 m)
• 1981: Shisha Pangma (8012 m)
• 1982: Kanchenjunga (8598 m), Gasherbrum II (8035 m), Broad Peak (8048 m), Cho Oyu (8201 m - tentativo fallito di ascesa invernale)
• 1983: Cho Oyu (8201 m)
• 1984: Gasherbrum I (8068 m) e Gasherbrum II (8035 m) in una sola escursione, senza ritorno al campo base
• 1985: Annapurna (8091 m), Dhaulägiri (8167 m)
• 1986: Makalu (8485 m), Lhotse (8516 m).
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