Michael Schumacher

La carriera: Michael Schumacher inizia la sua avventura coi motori all'età di quattro anni, quando inizia a guidare un kart sul circuito di Kerpen, di cui il padre era il gestore. Dopo aver fatto esperienza, nel 1984 viene contattato da un imprenditore della zona, Jürgen Dilk, che era rimasto impressionato dal ragazzino, per aiutarlo con un sostegno economico; negli anni seguenti Michael vince il titolo Junior, tedesco.

Vince il campionato europeo a Goteborg (Svezia) soprattutto grazie a due italiani Zanardi e Orsini che decidono di eliminarsi a vicenda all'ultima curva dell'ultimo giro; ma sarà solo il primo di una serie di eventi fortunati. Nel 1988 avviene il salto dai kart alle monoposto. Grazie a Dilk partecipa al campionato di Formula Ford tedesco e a quello europeo: si piazza rispettivamente sesto e secondo, in quest'ultimo alle spalle di Mika Salo. Ma nello stesso anno viene aiutato anche da Gustav Hoecker, concessionario del marchio Lamborghini, a gareggiare in Formula König, serie addestrativa che utilizza telai e motori della italiana Formula Panda: vince nove gare su dieci laureandosi facilmente campione. Il passaggio scontato per Schumi sarebbe la Formula 3, ma Dilk gli fa capire che non può permettersela. Sulla strada del tedesco compare però Willi Weber, che possedeva un suo team nel campionato. Stupito per le abilità mostrate da Schumacher, decide nel 1989 di fargli siglare un contratto biennale in cui, oltre a garantirgli un posto sulla sua F3, si occupava della sua carriera. Quell'anno sfiorò il titolo, battuto di un punto da Karl Wendlinger. Nel frattempo la Mercedes stava accarezzando l'idea di un ritorno alla F1 dopo averla abbandonata nel 1955: Jochen Neerpasch, responsabile del reparto corse della Case della stella a tre punte, era la mente del progetto. Il punto di partenza sarebbe stato la creazione di uno Junior Team Mercedes, che avrebbe partecipato nel Campionato di Classe C, sotto la direzione di Peter Sauber. Facevano parte della squadra Heinz-Harald Frentzen, Karl Wendlinger e lo stesso Michael Schumacher. Nel 1990 aveva vinto in Messico e si era piazzato secondo a Digione e al Nürburgring, e nel 1991 aveva partecipato alla classica delle classiche, la 24 ore di Le Mans, giungendo al 5. posto (insieme a Wendlinger e Kreutzpointer) e marcando il giro più veloce. La Mercedes aveva permesso a Schumi di continuare a gareggiare in F3: nel 1990 aveva vinto il titolo tedesco e le prestigiose gare internazionali di Macao e del Monte Fuji. Ma l'obiettivo principale era e rimaneva la Formula 1: la Casa di Stoccarda avrebbe aiutato Michael a trovare un posto nel Circus, ma a patto che se fosse entrata come Costruttore, il tedesco sarebbe stato la prima guida. Il progetto non si realizzò mai, poiché la Mercedes fu spaventata dagli eccessivi costi e si limitò a fornire il proprio motore alla McLaren.

Gli anni alla Benetton: Michael Schumacher ha debuttato in Formula 1 nel 1991 al volante della Jordan. La squadra irlandese, rivelazione della stagione, aveva bisogno di sostituire Bertrand Gachot, trattenuto in stato di arresto a Londra, per il Gran Premio del Belgio, sul celebre circuito di Spa. Al primo contatto con la pista belga con una Formula 1, Schumacher si qualifica in un brillante settimo posto. La sua gara si conclude comunque dopo poche centinaia di metri, a causa della rottura della frizione. La prestazione in Belgio lo ha comunque portato all'attenzione dei top team. Flavio Briatore, direttore del team Benetton, gli offre subito un contratto, che Schumacher firma, per affiancare Nelson Piquet. La questione contrattuale con il team Jordan viene chiusa girando alla squadra irlandese la seconda guida del team Benetton, Roberto Moreno. Nelle rimanenti gare della stagione 1991 si dimostra piuttosto consistente, ed ottiene alcuni piazzamenti nei punti.
Michael Schumacher nel 2002: Al termine della stagione 1991, Piquet lascia la Formula 1, ed il suo posto alla Benetton viene preso da Martin Brundle. La stagione 1992 è monopolizzata dalle Williams-Renault. Schumacher comincia ad inserirsi stabilmente nelle posizioni di maggior rilievo, ottenendo alcuni podi, fino alla prima vittoria, ottenuta di nuovo a Spa, nel Gran Premio del Belgio. Alla fine della stagione è terzo in classifica mondiale, dietro le due imprendibili Williams, e davanti ad Ayrton Senna, tradito in diverse occasioni da una McLaren spesso inaffidabile. Comincia a delinearsi la rivalità tra il fuoriclasse brasiliano e l'emergente pilota tedesco: in Brasile Schumacher accusa pubblicamente Senna di averlo ostacolato in gara con comportamenti poco ortodossi, mentre in realtà era l'elettronica della McLaren ad essere responsabile degli improvvisi rallentamenti del brasiliano. In Francia, Schumacher tampona Senna al primo giro: dopo l'interruzione della gara per la pioggia, Senna, già in borghese, discute animatamente con Michael spiegandogli il suo punto di vista riguardo ai rapporti con la stampa e con gli altri piloti. La rivalità sfocia definitivamente ad Hockenheim, durante una sessione di test: I due compiono alcuni giri affiancati, facendo letteralmente a "ruotate". Una volta tornati ai Box si arriva quasi alle mani. La rissa viene evitata grazie all'intervento di un meccanico della McLaren.

La stagione 1993 dovrebbe essere quella della definitiva consacrazione. La Benetton ottiene una fornitura esclusiva di motori Ford, di uno step superiore a quelli in dotazione alla McLaren. Inoltre, sono allo studio sistemi di traction control e di sterzata sulle 4 ruote, che promettono di rendere ulteriormente competitiva la vettura. Il nuovo compagno di squadra di Schumacher è Riccardo Patrese, in quella che sarà la sua ultima stagione al volante. L'annata è tutto sommato soddisfacente, con arrivi a podio ed una ulteriore vittoria in Portogallo, ma Schumacher non è mai realmente in lotta per il titolo, anche per quest'anno appannaggio della Williams-Renault, in questo caso di Prost. In realtà l'unica resistenza alla Williams è quella di Ayrton Senna, che nella prima parte di stagione si dimostra nettamente più competitivo, ottenendo anche per il proprio team la stessa fornitura di motori della Benetton a partire da metà stagione.

Il 1994 è l'anno della rivoluzione tecnica introdotta da Mosley: viene eliminata tutta l'elettronica, che dominava ormai il panorama tecnico con sospensioni attive, controllo di trazione e meccanismi di partenza automatici. Vengono anche introdotti i rifornimenti in gara, nella speranza di aumentare lo spettacolo e la competizione, dopo due annate dominate da un singolo team. La Benetton si presenta in grande forma, nonostante sia dotata del V8 Ford, contro il V10 Renault che equipaggia la Williams, su cui finalmente riesce a trovare posto Ayrton Senna. Ma la stagione prende subito una brutta piega, con i gravi incidenti di Lehto a Silverstone, che lo costringeranno a saltare le prime gare, e di Alesi, anche lui costretto a saltare due gare. Le prime due gare vedono un dominio di Schumacher, con Senna che sbaglia in Brasile e che viene buttato fuori alla partenza in Giappone. Il successivo week-end di Imola, con la morte di Senna e Ratzenberger, il ferimento di Barrichello, ed i gravi incidenti in partenza e corsia box che coinvolgono anche spettatori e meccanici, chiude un'epoca ed impone al mondo della Formula 1 una riflessione profonda. La Federazione introduce una serie di misure correttive per migliorare la sicurezza, in successivi interventi regolamentari, mentre in pista Schumacher prosegue la teoria di vittorie e di podi che paiono destinarlo ad un facile successo finale. Al termine del Gran Premio di Francia, il vantaggio del tedesco su Damon Hill è di quasi 40 punti. Il periodo successivo vede accadere più cose nelle aule dei tribunali che in pista: a Silverstone, Schumacher supera Hill nel giro di ricognizione, non rispetta la penalità che gli era stata comminata e viene pertanto squalificato; il mancato rispetto della bandiera nera viene punito con ulteriori due gare di squalifica, ma per permettere al pilota di correre la gara di casa, la squadra interpone appello. In Germania Schumacher è vittima di un ritiro, mentre il suo compagno di squadra, Verstappen, è protagonista di un incendio nel corso del rifornimento. La successiva indagine della FIA mette sul banco degli imputati la Benetton per aver manomesso il dispositivo di rifornimento, accusa che si va ad aggiungere all'utilizzo di codice proibito con funzioni di controllo di partenza sulle vetture del team italiano. Al Gran Premio del Belgio Schumacher vince ancora, ma l'eccessivo consumo del fondo in legno introdotto a partire da Hockeneim porta ad una nuova squalifica. Schumacher salta i due Gran Premi successivi per i fatti del Gran Premio di Gran Bretagna, e quando torna in pista a Jerez il suo vantaggio è ridotto ad un punto. Vince a Jerez, ma viene battuto da Hill nel bagnatissimo Gran Premio del Giappone, e i due rivali si presentano alla gara finale divisi da un solo punto. Schumacher comanda la prima parte del Gran Premio di Australia con Hill che segue a breve distanza, fino a quando commette un errore e scivola contro il muro all'esterno di una curva. Alla curva successiva Damon Hill cerca di infilarsi all'interno, vedendo il rivale in difficoltà, ma Schumacher chiude la porta ed il contatto è inevitabile. La Benetton finisce contro le gomme di protezione, mentre la Williams prosegue, ma ha una sospensione rotta in modo irreparabile. Il titolo di Campione del Mondo 1994 è di Michael Schumacher.

La stagione 1995 vede la Benetton spinta dallo stesso motore Renault V10 utilizzata dai rivali della Williams e Schumacher è affiancato da Johnny Herbert. La prima fase del mondiale è controversa: in Brasile Schumacher è vittima di un incidente nelle prove causato dalla rottura dello sterzo. Vince la gara, grazie anche ad un ritiro di Hill, ma la vittoria viene in un primo momento annullata per non conformità del carburante utilizzato. La scelta finale della FIA è quella di lasciare i piazzamenti ai piloti che hanno utilizzato i carburanti ELF, ma di togliere i punti alle squadre per il campionato costruttori. Schumacher torna alla vittoria solo con il Gran Premio di Spagna, dopo un brutto incidente ad Imola, e continua la stagione con un alternarsi di vittorie e prestazioni interlocutorie. A Silverstone ed a Monza è protagonista di due incidenti con Damon Hill, che lo tampona in entrambe le occasioni, mentre i due sono in lotta per il primato. A Spa è autore di una prestazione maiuscola: ottiene la vittoria partendo dal sedicesimo posto in griglia e si impegna in uno spettacolare duello su pista bagnata con Hill, pur montando gomme da asciutto. Il finale della stagione europea vede Schumacher avvantaggiarsi in classifica sul rivale, fino alla conquista del titolo con due gare di anticipo, sul circuito di Aida nel Gran Premio del Pacifico. Con la successiva gara in Giappone, la squadra conquista il titolo costruttori, che le era sfuggito l'anno precedente.

Nel frattempo, già dall'estate, Schumacher ha preso una decisione fondamentale per il proprio futuro professionale, firmando un contratto biennale con la Ferrari.

L'era Ferrari: Michael Schumacher festeggia al volante della sua F1Nel 1996 è diventato prima guida della Ferrari, scuderia con la quale diventerà il pilota più titolato della storia della Formula 1. L'esordio con la nuova scuderia è difficile. La Ferrari si trova in condizioni imbarazzanti: il titolo mondiale manca ormai dal lontano 1979, la squadra è lacerata da anni di lotte intestine e cocenti delusioni ed il divario tecnico con le scuderie inglesi sembra ogni anno sempre incolmabile. Insieme a Schumacher arrivano dalla Benetton altri tecnici dal ruolo fondamentale come Ross Brawn e Rory Byrne. È l'inizio di un nuovo progetto che porterà il Schumacher a diventare il perno fondamentale attorno a cui ruota tutta la squadra. La stagione 1996 è dominata dalle imprendibili Williams-Renault di Damon Hill e Jacques Villeneuve. La prima stagione di Schumacher alla Ferrari è un'altalena di momenti positivi e negativi. Tra i primi, le 3 vittorie: una sotto il diluvio in Spagna, ed altre due nella seconda parte della stagione, a Spa e a Monza. Tra i momenti negativi una serie di ritiri per problemi meccanici (Canada e Francia, quando il motore si rompe nel giro di ricognizione) ed errori del pilota: a Montecarlo, pur partendo in pole position, si fa passare da Hill al via per poi scivolare su un cordolo bagnato, sbattendo già nel corso del primo giro. Conclude comunque il mondiale al terzo posto. Durante il 1997, il divario tecnico della Williams si assottiglia, ma Schumacher, pur lottando con grande grinta, nella gara decisiva per l'assegnazione del titolo mondiale a Jerez de la Frontera tenta di mettere fuori gioco il rivale mentre tentava di sorpassarlo. Tuttavia Villeneuve ha la meglio, mentre Schumacher finisce ingloriosamente nella sabbia perdendo ogni possibilità di vittoria. La scorrettezza costò al pilota tedesco anche il secondo posto nella classifica finale. Il 1998 può essere per il pilota tedesco e per la Ferrari l'anno giusto. La Williams si trova in un periodo di transizione, ma la McLaren si rivelerà un avversario molto più ostico del previsto, nonostante potesse contare su piloti privi di esperienza nella lotta per il titolo mondiale. La stagione si mette subito male: il divario tecnico con le Frecce d'Argento sembra incolmabile, ma anche grazie allo sforzo tecnico della scuderia di Maranello, Schumi sarà protagonista di una rimonta appassionante protrattasi fino all'ultima gara. A Suzuka, Schumacher partiva in pole position ma tutto fu subito compromesso fin dalla partenza: il tedesco fece spegnere il motore, fu costretto a partire dall'ultima posizione della griglia e Mika Hakkinen poté così vincere la gara agevolmente e laurearsi Campione del mondo. Non è Suzuka l'unica occasione mancata: a Spa non approfitta del ritiro del pilota finlandese andando a tamponare David Coulthard, che accuserà poi di aver mollato l'acceleratore di proposito per scatenare l'incidente. Il 1999 sembra essere finalmente l'anno buono, la nuova F399 non è al livello della McLaren in termini di competitività, ma si dimostra molto più affidabile ed il gap con la scuderia inglese non sembra essere così elevato. Il tedesco dopo le prime tre gare va in fuga in classifica mondiale, ma la sfortuna sembra accanirsi nei suoi confronti: nel Gran Premio di Gran Bretagna (Silverstone) un incidente gli provoca la frattura della gamba destra, che lo terrà fuori dalle corse fino al penultimo appuntamento mondiale (in Malesia, dove conquistò la "pole" e cedette la vittoria a pochi giri dalla fine della gara al compagno di scuderia Eddie Irvine, in quel momento in lotta per il titolo mondiale). Il 2000 parte alla grande con una lunga striscia di vittorie e va in fuga nel mondiale: la sua F1 2000 è estremamente competitiva e affidabile, ma in estate la McLaren di Hakkinen riesce a rimontare e supera Schumi, che con un finale di stagione perfetto riesce a laurearsi campione del mondo a Suzuka l'8 ottobre del 2000, dopo quattro stagioni segnate dai successi della Williams e della McLaren, ha riportato il titolo piloti a Maranello, dove mancava dall'ormai lontano 1979. Nel 2001 la competitività della sua Ferrari F2001 è sensibilmente superiore a quella di Williams-Bmw e McLaren e vince facilmente il suo quarto titolo irridato in Ungheria, raggiungendo il record di 4 titoli iridati detenuto da Alain Prost. Nel 2002 domina letteralmente il campionato con la sua F2002 vincendo ben 11 gare e confermandosi campione già il 27 luglio al GP di Francia, eguagliando il record di cinque mondiali di Fangio. Nel 2003 Schumacher inizia con difficoltà il mondiale, per colpa del cambio di regolamento volto a contenere lo strapoterer del tedesco, riesce a recuperare in fretta, ma in estate si fa raggiungere dalla McLaren di Raikkonen e dalla Williams di Montoya per colpa dell'aerodinamica troppo rigida e delle temperature tropicali che mandano in crisi le gomme Bridgestone. Si laurea comunque, meritatamente, campione del mondo dopo una stagione estremamente combattuta. Nel 2004 vince matematicamente il titolo piloti a Spa, nonostante rimangano ancora quattro gare da disputare per concludere la stagione. Anche qui Schumi fa incetta di vittorie, con ben 13 successi in 18 gare! Schumi straccia costantemente tutti i record di vittorie, di podii, giri veloci, punti e chilometri al comando delle gare. Nel 2005 però, il ciclo si interrompe: la Ferrari è nettamente in difficoltà, Schumacher non riesce a vincere nessun Gran Premio, escluso quello molto discusso di Indianapolis, dove, dinnanzi ad una folla inferocita, il campione tedesco conclude per primo la gara, seguito da sole altre cinque auto, dopo che le altre scuderie si erano ritirate per problemi di affidabilità delle gomme Michelin. Al termine della stagione è Fernando Alonso a laurearsi campione del Mondo, portando a casa anche il titolo costruttori per la Renault; il pilota tedesco riesce comunque a classificarsi al terzo posto del campionato del mondo ma a grande distanza. Nel 2006, dopo un avvio difficile, vince il primo GP a Imola, il successivo al Nürburgring e i Gran Premi di Indianapolis, Magny-Cours e Hockenheim, ripetendosi poi a Monza, quartultimo appuntamento del Mondiale, portandosi a sole due lunghezze dal rivale Fernando Alonso leader della Classifica, e consentendo alla Ferrari di sopravanzare la Renault fra i Costruttori. Dopo la vittoria nel Gran Premio d'Italia a Monza il 10 settembre 2006 annuncia il ritiro dalle competizioni. Il 1 ottobre 2006 Schumacher dopo le qualifiche nettamente dominate dalle Renault di Alonso e Fisichella (1° e 2°) riesce con una straordinaria rimonta a vincere il Gp di Cina, corso con condizioni atmosferiche molto variabili, e a portarsi al primo posto in classifica piloti seppure in coabitazione con Alonso. Pur avendo lo stesso numero di punti, è comunque Schumacher ad avere la prima possibilità di vincere il mondiale, dopo aver rimontato un distacco di 25 punti, grazie a una vittoria in più del rivale spagnolo. In classifica costruttori invece la Ferrari deve cedere per un punto il comando nuovamente alla Renault a causa del ritiro di Felipe Massa. Al Gran Premio del Giappone, a Suzuka, le Ferrari partono 1° e 2°, mentre le Renault occupano la 3° fila. Schumi parte bene e dopo pochi giri supera Massa, nonostante Alonso, partito 5°, supera già al via Trulli e si tiene dietro a Ralf Schumacher, che sopravanza al momento della sosta ai box; ma al 37° giro si rompe il motore della sua Ferrari (non accadeva dal 2000, Magny Cours) ed è costretto al ritiro. "E' finita, puntiamo al titolo costruttori" dichiara a fine corsa. Disputa l'ultima gara della sua carriera il 22 ottobre 2006, sul circuito di Interlagos in Brasile, arrivando quarto dopo un'emozionante gara: partito decimo, a causa della rottura della pompa della benzina avvenuta il giorno precedente (cosa che non gli ha quindi permesso di segnare il proprio tempo nell'ultima sezione delle qualifiche, relegandolo perciò all'ultimo posto disponibile), rimonta subito quattro posizioni, e dopo aver sorpassato Fisichella sul rettilineo del traguardo, forse per un contatto con lo stesso, forse a causa di una canalina dello scolo dell'acqua all'interno della prima curva, fora uno pneumatico ed è costretto a percorrere quasi un giro intero per guadagnare la corsia dei box. Dopo la sosta è all'ultimo posto a circa 38" dal penultimo, ma con una rimonta avvincente, a suon di giri record ottenuti guidando sempre al limite, ottiene infine un quarto posto da grande campione. A pochi giri dalla fine, compie uno spettacolare sorpasso ai danni di Kimi Raikkonen, suo successore alla guida della Ferrari. Non ha abbandonato definivitamente la Ferrari, come ripromesso dalla dirigenza e da lui stesso. Luca Cordero di Montezemolo, presidente della Ferrari, ha confermato il tedesco come assistente di Jean Todt.

Vittorie in Formula 1:
•1992: Belgio (Spa)

•1993: Portogallo (Estoril)

•1994: Brasile (Interlagos), Pacifico (Ti Aida), San Marino (Imola), Monaco (Montecarlo), Canada (Montreal), Francia (Magny Cours), Ungheria (Budapest), Europa (Jerez)

•1995: Brasile (Interlagos), Spagna (Barcellona), Monaco (Montecarlo), Francia (Magny Cours), Germania (Hockenheim), Belgio (Spa), Europa (Nurburgring), Pacifico (Ti Aida), Giappone (Suzuka)

•1996: Spagna (Barcellona), Belgio (Spa), Italia (Monza)

•1997: Monaco (Montecarlo), Canada (Montreal), Francia (Magny Cours), Belgio (Spa), Giappone (Suzuka)

•1998: Argentina (Buenos Aires), Canada (Montreal), Francia (Magny Cours), Gran Bretagna (Silverstone), Ungheria (Budapest), Italia (Monza)

•1999: San Marino (Imola), Monaco (Montecarlo)

•2000: Australia (Melbourne), Brasile (Interlagos), San Marino (Imola), Europa (Nurburgring), Canada (Montreal), Italia (Monza), Stati Uniti (Indianapolis), Giappone (Suzuka), Malesia (Sepang) •2001: Australia (Melbourne), Malesia (Sepang), Spagna (Barcellona), Monaco (Montecarlo), Europa (Nurburgring), Francia (Magny Cours), Ungheria (Budapest), Belgio (Spa), Giappone (Suzuka)

• 2002: Australia (Melbourne), Brasile (Interlagos), San Marino (Imola), Spagna (Barcellona), Austria (A1-Ring), Canada (Montreal), Gran Bretagna (Silverstone), Francia (Magny Cours), Germania (Hockenheim), Belgio (Spa), Giappone (Suzuka)

•2003: San Marino (Imola), Spagna (Barcellona), Austria (A1-Ring), Canada (Montreal), Italia (Monza), Stati Uniti (Indianapolis)

•2004: Australia (Melbourne), Malesia (Sepang), Bahrain (Sakhir), San Marino (Imola), Spagna (Barcellona), Europa (Nurburgring), Canada (Montreal), Stati Uniti (Indianapolis), Francia (Magny Cours), Gran Bretagna (Silverstone), Germania (Hockenheim), Ungheria (Budapest), Giappone (Suzuka)

•2005: Stati Uniti (Indianapolis)

•2006: San Marino (Imola), Europa (Nurburgring), Stati Uniti (Indianapolis), Francia (Magny Cours), Germania (Hockenheim), Italia (Monza), Cina (Shanghai) Record in Formula
Record in Formula 1:
• Maggior numero di titoli mondiali: 7 (1994, 1995, 2000, 2001, 2002, 2003, 2004)

•Maggior numero di titoli mondiali consecutivi: 5 (dal 2000 al 2004)

•Maggior numero di titoli mondiali vinti da campione in carica: 5 (1995 e dal 2001 al 2004) •

•Maggior numero di Gran Premi disputati con la stessa scuderia: 180 con la Ferrari

•Maggior numero di giri percorsi: 13909 [1]

•Maggior numero di vittorie: 91

•Maggior numero di vittorie consecutive: 7 (nel 2004 - GP d'Europa, GP del Canada, GP degli USA, GP di Francia, GP di Gran Bretagna, GP di Germania, GP d'Ungheria) pari merito con Ascari

•Maggior numero di vittorie in una stagione: 13 (su 18 gare nel 2004)

•Maggior numero di vittorie con la stessa scuderia: 72 con la Ferrari

•Maggior numero di vittorie nello stesso GP: 8 al Gran Premio di Francia (Magny-Cours)

•Maggior numero di Gran Premi diversi in cui ha vinto almeno una volta: 22

•Maggior numero di nazioni diverse in cui ha vinto almeno un GP: 20

•Maggior numero di circuiti diversi in cui ha vinto almeno un GP: 23

•Maggior lasso di tempo tra la prima e l'ultima vittoria: 14 anni, 1 mese e 2 giorni

•Maggior numero di stagioni consecutive in cui ha realizzato almeno una vittoria: 15

•Maggior numero di arrivi sul podio consecutivi: 19 (dal GP degli USA 2001, al GP del Giappone 2002)

•Maggior numero di arrivi sul podio in una stagione: 17 (su 17 gare nel 2002)

•Maggior numero di arrivi a punti: 190

•Maggior numero di arrivi a punti consecutivi: 24 (dal GP d'Ungheria 2001, al GP della Malesia 2003)

•Maggior numero di giri al comando: 4741 (per un totale di 22155 km in 131 Gran Premi diversi) [2]

•Maggior numero di pole position: 68

•Maggior numero di partenze dalla prima fila: 108

•Maggior numero di giri più veloci in gara: 76

•Maggior numero di giri più veloci in gara in una stagione: 10 (su 18 gare nel 2004) uguagliato da Räikkönen nel 2005

•Maggior numero di double (pole position e vittoria): 40

•Maggior numero di double (pole position e vittoria) consecutivi: 6 (dal GP d'Italia 2000, al GP della Malesia 2001)

•Maggior numero di hat-trick (pole position, vittoria e giro veloce): 22

•Maggior numero di punti conquistati: 1369

•Maggior numero di punti conquistati consecutivamente: 191 (in 24 gare dal GP d'Ungheria 2001, al GP della Malesia 2003)

•Maggior numero di punti conquistati in una stagione: 148 (su un massimo di 180 nel 2004) •

•Maggior numero di arrivi consecutivi senza ritiro: 24 (dal GP d'Ungheria 2001, al GP della Malesia 2003)

•Unico pilota di sempre, in qualsiasi categoria, ad aver vinto 5 volte ad Indianapolis

•Unico pilota di sempre, in qualsiasi categoria, ad aver vinto 5 volte a Monza Il più importante record che Schumacher non ha battuto è stato quello del maggior numero di Gran Premi disputati. La sua ultima gara è stata la sua 250esima, sei in meno rispetto al record di Riccardo Patrese di 256. Curiosamente nel 1999 saltò esattamente sei gare per infortunio: se le avesse disputate, avrebbe potuto uguagliare anche questo primato. Se si considerano anche i due Gran Premi di squalifica inflittigli durante la stagione 1994, avrebbe addirittura battuto il record. Altri due importanti record che non è stato in grado di battere sono quello del maggior numero di pole position in una stagione, detenuto da Nigel Mansell (14, contro le 11 di Schumacher), e per il maggior numero di pole position consecutive, detenuto da Ayrton Senna (8, contro le 7 del tedesco).

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