Kobe Bryant |
Kobe Bean B
![]() Kobe Bryant gioca solitamente come guardia tiratrice, ma all'occorrenza può ricoprire i ruoli di playmaker e ala piccola. Viene considerato uno dei migliori giocatori NBA di tutti i tempi. Dal 1999 ad oggi, infatti, è stato sempre incluso ogni anno nel primo, secondo o terzo quintetto All-NBA, e, sempre dal 1999, viene annualmente convocato per partecipare all'All-Star Game. Anche dal punto di vista difensivo viene considerato fra i migliori, essendo stato inserito in 8 delle ultime 9 stagioni nel primo o secondo miglior quintetto difensivo. Nel 1996, all'età di 17 anni, decide quindi di fare il grande salto tra i professionisti e si dichiara elegibile per il Draft NBA senza passare per il college, pratica poco diffusa allora e divenuta poi più comune, prima dell'introduzione di un limite di età per l'ingresso nella lega professionistica. Viene scelto dagli Charlotte Hornets al primo giro come numero 13 assoluto; subito dopo, però, gli Hornets cedono ai Los Angeles Lakers i diritti su Bryant in cambio del ventottenne centro Vlade Divac, che dopo sette stagioni ai giallo-viola passa così in Eastern Conference. I Lakers, prima di orchestrare lo scambio, allestirono un provino per testare le qualità del giovane Kobe (che tra l'altro sperava di essere scelto proprio dai Lakers) e ne furono conquistati. Inoltre, Los Angeles aveva appena messo sotto contratto il centro più forte sul mercato, Shaquille O'Neal, e non aveva dunque più bisogno di Divac.
Durante la prima stagione a Los Angeles Bryant, riserva di Eddie Jones e di Nick Van Exel, t ![]() L'annata successiva vede Bryant raddoppiare la sua media punti, che sale a 15,4 punti a partita. Allo stesso tempo comincia a mostrare le sue qualità: il voto dei tifosi lo inserisce nel quintetto base per l'All-Star Game di New York (record come più giovane starter nella storia della rassegna), mentre al termine dell'annata viene eletto come secondo miglior sesto uomo dell'anno dietro solo a Danny Manning. I Lakers fanno strada nei playoff e arrivano sino alla finale di Conference, ma vengono nuovamente sconfitti da Utah, con un secco 4-0. Per l'anno seguente, a seguito delle cessioni di Van Exel e Jones, l'ormai ventenne Bryant si guadagna la divisa di titolare nel ruolo di guardia. Kurt Rambis, ex giocatore NBA proprio con i Lakers, sostituisce il licenziato coach Del Harris; la squadra, dopo una regular season piena di alti e bassi, raggiunge solo le semifinali di Conference, venendo eliminata dai San Antonio Spurs, poi campioni NBA. Nell'estate 1999 Rambis viene degradato a viceallenatore e come nuovo coach arriva Phil Jackson, già sei volte campione NBA con i Chicago Bulls. Subito i Lakers vincono tre titoli NBA consecutivi, nel 2000, nel 2001 e nel 2002, terzo three-peat per Jackson, dopo i due con i Bulls. Sconfitti dai San Antonio Spurs nei playoff del 2003, i Lakers arrivano, tra non poche vicissitudini, alle finali nel 2004, dove perdono a sorpresa contro i Detroit Pistons. L'accesso alla finale avviene soprattutto grazie all'acquisto ad inizio anno di elementi come Karl Malone e Gary Payton, giocatori storici della NBA entrati in una fase calante della loro carriera e decisi ad inserirsi in un team già costruito per vincere il titolo NBA, titolo che non erano ancora riusciti a vincere (Payton vi riuscirà poi con i Miami Heat nel 2006). I rapporti con O'Neal, da sempre burrascosi, si rovinano del tutto a seguito dello scandalo che toccherà Bryant circa l'ipotesi di stupro, a causa di frasi dello stesso Bryant che, non sapendo di essere registrato, chiamavano in causa O'Neal. Ad ogni modo, agli occhi di molti osservatori i rapporti fra i due sono peggiorati negli anni anche a causa della crescita di Bryant come giocatore, a cui faceva da contraltare la fine della fase di assoluto dominio di O'Neal. Quest'ultimo accettava sempre meno l'ipotesi di dover lasciare la scena e diventare il "secondo" della coppia, permettendo a Bryant di prendere in mano la squadra nei momenti decisivi e garantendo, probabilmente, il prolungamento di una dinastia vincente ai Lakers. A seguito della sconfitta nelle finali NBA del 2004 contro Detroit, Bryant decide di testare il mercato dei free agent, ma il 15 luglio 2004 sigla un rinnovo con i Lakers per sette anni, per la cifra di 136,6 milioni di dollari. Contestualmente, venendo a conoscenza del fatto che il proprietario dei Los Angeles Lakers Jerry Buss era intenzionato a tenere Bryant, O'Neal chiese di essere ceduto, ponendo fine di fatto ad una squadra che aveva dominato l'inizio del millennio. Va notato che O'Neal vincerà poi un titolo a Miami con gli Heat nel 2006, dove fece coppia con il nuovo astro nascente Dwyane Wade, una guardia atletica e talentuosa al quale O'Neal non fece nessuna fatica a cedere la leadership della squadra (tant'è che fu proprio Wade ad essere meritatamente nominato MVP, most valuable player, di quelle finali). All'addio di Shaq, si accompagna quello di coach Jackson e di alcuni giocatori del nucleo storico dei Lakers (Derek Fisher, Rick Fox). Riparte tutto da Bryant. Dopo un breve periodo sotto coach Rudy Tomjanovich e Frank Hamblen, Jackson torna ad allenare i Lakers, che oltre a Bryant hanno poche sicurezze nel roster (sostanzialmente, quel che rimane della contropartita per la cessione di O'Neal, ovvero Lamar Odom). Bryant è inizialmente fiducioso circa i piani dirigenziali, ma dopo tre anni con una mancata partecipazione ai play-offs e due eliminazioni al primo turno, chiede ![]() Il 22 gennaio 2006 ha stabilito il secondo miglior punteggio di tutti i tempi in una singola partita nella storia NBA, segnando 81 punti contro i Toronto Raptors, guidando i Lakers alla vittoria per 122-104. Significativo il fatto che i Lakers stessero perdendo di 18 punti nel terzo quarto: ciò valorizza ancor di più la prestazione di Bryant, ottenuta per far vincere la propria squadra e in un contesto competitivo; la prestazione di Bryant ha visto segnare 21/33 da due punti, 7/13 da tre punti e 18/20 ai tiri liberi, ai quali vanno aggiunti 6 rimbalzi, 2 assist, 3 palle recuperate ed 1 stoppata. 14 punti nel primo quarto, 12 nel secondo e due spaventose realizzazioni di 27 e 28 punti nei due quarti finali. La sua prestazione è seconda solo ai 100 punti messi a segno da Wilt Chamberlain il 2 marzo 1962 con i Philadelphia Warriors contro i New York Knicks. Sempre in quella stagione, il 20 dicembre 2005, ha segnato 62 punti in tre quarti di gioco contro i Dallas Mavericks, con 30 punti nel solo terzo quarto. Al momento di andare in panchina, senza più rientrare per l'ultimo quarto di gioco, Bryant aveva segnato appunto 62 punti contro i 61 dell'intera compagine avversaria, cosa mai accaduto in precedenza dopo tre quarti di gioco. Inoltre ha chiuso la stagione segnando 35.4 punti a partita, il che lo proietta nella top 10 per punti a partita segnati in una stagione, secondo solo a Michael Jordan, Elgin Baylor e naturalmente a Wilt Chamberlain. Tra gennaio e febbraio del 2007, segna 40 o più punti in nove gare consecutive, migliore di sempre ancora dopo Chamberlain. Nel luglio 2006 è stato operato ad un ginocchio, pertanto è stato costretto a saltare i mondiali di pallacanestro che si sono tenuti in Giappone tra agosto e settembre. Il 22 marzo 2007 diventa il quarto giocatore nella storia a segnare almeno 50 punti in 3 partite consecutive (con Wilt Chamberlain, Michael Jordan ed Elgin Baylor), il primo a riuscirci dal 1987, quando ci riuscì Jordan. Supera anche questo record due giorni dopo, segnando altri 50 punti che lo portano ad essere il secondo giocatore NBA dopo Wilt a fare un poker "over 50" (65-50-60-50). Ad onor della cronanca, la partita successiva segna 43 punti. Le prestazioni fra l'altro valgono un record vittorie-sconfitte di 4-0 (dopo un periodo molto negativo per la squadra, con serie anche di 6 sconfitte consecutive). Il ritorno alle Finals ed il quarto anello (dal 2008 ad oggi) Bryant affronta Courtney Lee degli Orlando Magic La bella stagione dei Lakers vissuta nel 2007-2008 fa vincere finalmente a Bryant il premio di Miglior Giocatore della Lega (MVP), riuscendoci dopo 12 anni di carriera NBA. I Lakers, tuttavia, tornati alle finali per la prima volta dalla sconfitta del 2004, vengono sconfitti dai Boston Celtics 4-2. Il 2 febbraio 2009 sempre con i suoi Los Angeles Lakers realizza una prestazione da incorniciare al Madison Square Garden contro i New York Knicks mettendo a referto 61 punti che rappresentano il record nella lunga storia dello stadio della Grande Mela; il precedente record di punti apparteneva a Bernard King che il giorno di Natale del 1984 totalizzò 60 punti. Diventa anche co-MVP dell'All Star Game 2009 a parimerito con l'ex-compagno di squadra Shaquille O'Neal, riproponendo per una gara la coppia del three-peat tra 2000 e 2002. La stagione 2008-2009 conferma i Lakers come una delle migliori squadre, e nella regular season ottengono il secondo record assoluto una partita solamente dietro i Cleveland Cavaliers. Il 14 giugno 2009 vince per la prima volta il premio come MVP delle finali, giocata dai suoi Lakers contro i sorprendenti Orlando Magic (4-1 il risultato finale della serie), diventando il primo giocatore dai tempi di Jerry West nel 1969 a mantenere una media di almeno 32,4 punti e 7,4 assist in una serie ed il primo dopo Michael Jordan ad avere una media di almeno 30 punti, 5 rimbalzi e 5 assist per una squadra che abbia vinto il titolo. I suoi 162 punti totali lo vedono al quarto posto assoluto della storia per un singolo giocatore in una serie di finale di 5 partite giocate. La successiva stagione si apre subito con un Bryant che, anche a causa dell'infortunio di Pau Gasol, raccoglie subito ancor più responsabilità offensive sforando quota 40 punti in ben 4 partite delle prime 11. Il 17 novembre 2009 contro i Detroit Pistons, allo Staples Center di Los Angeles, Bryant mette a referto proprio 40 punti: è la centesima volta nella sua carriera che realizza almeno 40 punti; meglio di lui hanno fatto Michael Jordan, 173 volte sopra i 40, e Wilt Chamberlain, 271 volte. Il 1º febbraio 2010, Bryant diventa il miglior marcatore dei Los Angeles Lakers con 25 208 punti in carriera, sorpassando Jerry West. È un realizzatore prolifico, e ha al suo attivo, all'ottobre 2009, una media di 25,1 punti a partita, da aggiungere ad uno score medio di 4,9 assist, 5,2 rimbalzi e 1,5 palle rubate. È anche un abile tiratore da tre punti: a pari merito con Donyell Marshall, infatti, detiene il record NBA di triple realizzate in una sola partita, 12. Al febbraio 2009 la sua media nel tiro dal campo è del 45,5%, da 3 è del 34,1% e dai liberi è dell'84%. Gli oltre 25 000 punti totali realizzati, infine, lo pongono al 12º posto tra i migliori marcatori NBA di sempre, secondo tra quelli in attività, dopo Shaquille O'Neal.
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