Maria Sharapova

Nata a Nyagan, Siberia, Russia, il 19 aprile del 1987 Marija Jurevna Sharapova emigrò negli Stati Uniti all'età di otto anni per iniziare l'addestramento al tennis all'Accademia di Nick Bollettieri. La Sharapova è diventata la terza più giovane vincitrice di un titolo al Torneo di Wimbledon (dopo Martina Hingis che però vinse nel doppio) sconfiggendo la campionessa in carica Serena Williams in due set (6-1, 6-4) il 3 luglio 2004. È anche la prima giocatrice russa ad aver vinto il singolare femminile a Wimbledon. Spesso viene paragonata ad Anna Kurnikova, altra studentessa di Bollettieri, in termini di aspetto fisico (la Sharapova ha posato per numerosi servizi di moda), tuttavia la Sharapova è stata in grado di aggiudicarsi tornei del Grande Slam e raggiungere la vetta della classifica WTA. Maria Sharapova è la più ricca tra le tenniste ancora in attività, soprattutto per via dei suoi contratti milionari come testimonial per diverse multinazionali. La russa ha anche promosso e inaugurato, nell'estate del 2006, una Fondazione intitolata a sua nome, su modello di quelle promosse da Agassi e Federer, per occuparsi principalmente di lotta alla povertà e aiuto all'infanzia. Nonostante sia molto amata o ammirata dal pubblico, non gode di buona fama tra le altre giocatrici: frequenta assai raramente gli ambienti dove s’incontrano le altre tenniste, e l'unica giocatrice di cui è notoriamente amica è Maria Kirilenko. L'avversità nei suoi confronti è dovuta anche dalla sua abitudine di urlare ogni volta che in gioco colpisce la palla, infastidendo involontariamente le avversarie. Le sue urla, misurate, raggiungono i 102.2 decibel, più di quelle di una sirena della polizia. Maria, all'età di 7 anni, viene portata negli Stati Uniti dal padre Jurij, per frequentare l'accademia di tennis di Nick Bollettieri a Bradenton, in Florida. Nel 2000 partecipa al Toreno Avvenire di Milano, riservato ai tennisti under16. In finale è sconfitta dalla Peng. Sempre in Florida, nell'aprile 2001, al torneo di Sarasota, avviene il debutto della Sharapova nel circuito ITF, perdendo al primo turno in 3 set contro la connazionale Karin Miller. Maria prosegue, durante il resto dell'anno, a competere nel circuito juniores, nel quale inizia a segnalarsi come la nuova promessa della rinomata accademia di Bollettieri. Nel 2002 avviene invece il debutto nel circuito WTA, grazie alla wild card ottenuta a Indian Wells: grazie a un sorteggio benevolo che la oppone alla n. 302 del ranking, Brie Rippner, Maria, dopo aver perso di misura il primo set, prende coraggio e batte con autorevolezza la modesta avversaria. La russa si guadagna così l'onore di sfidare una leggenda, sebbene in declino, come Monica Seles da cui viene portata a scuola e a cui paga il tributo di emozione ed esperienza, incassando un sonoro 6-0, 6-2. L'esperienza sarà molto positiva in termini di personalità: Maria torna al circuito ITF e al successivo torneo di Gunma sbaraglia tutte le avversarie senza concedere alcun set, replicando l'identico copione ai successivi 2 tronei ITF a cui parteciperà, Vancouver (in cui concede 1 solo set in finale) e Peachtree. La giovanissima russa ha già dimostrato di essere una vincente, il che le fa guadagnare una wild card per il suo secondo torneo WTA, il Japan Open a Tokio, nella quale è sconfitta al primo turno in un match molto equilibrato dalla Gagliardi. Maria torna al circuito ITF, raggiungendo 2 finali negli ultimi 2 tornei dell'anno: con questi risultati chiude un anno positivo che la vede raggiungere il n. 186 del ranking WTA. Il 2003 si apre con il debutto in un torneo dello Slam, all'Australian Open, in cui supera le qualificazioni fermando però la sua corsa già al primo turno, contro la più esperta Koukalova, che la batte di misura 6-4, 7-6. Ottiene 2 wild card per Indian Wells e Miami, "sprecandole" entrambe con un'uscita al primo turno, così come esce al primo turno a Charleston dopo aver superato le qualificazioni: queste sconfitte contro avversarie tutt'altro che irresistibili fanno credere che Maria sia ancora acerba per il circuito maggiore. In accordo con il suo staff torna a partecipare a un torneo ITF: scelta perfetta, perché la vittoria nel torneo di Sea Island sarà il vero trampolino di lancio e fonte di nuova fiducia per Maria. La russa affronta le qualificazioni del Roland Garros e le supera, mentre al primo turno si piega, su una superficie che ama poco, alla spagnola Serna, specialista del rosso. Decide di provare le qualificazioni al torneo di Birmingham, sull'erba, per prepararsi a Wimbledon: Maria dimostra di giocare molto bene su questa superficie, in cui può sfruttare appieno la propria aggressività e ottiene scalpi importanti, quali quello della Dechy al II turno e soprattutto di Elena Dementeva nei quarti, prima di arrendersi in 3 set alla Asagoe in semifinale. Questo risultato le vale un balzo in classifica di circa 30 posti e l'ingresso nella top 100, ma soprattutto l'accesso al tabellone di Wimbledon tramite una wild card. Proprio a Wimbledon Maria trova il palcoscenico ideale in cui far vedere al grande pubblico il suo valore, infilando nei primi 3 turni una splendida cavalcata che la vede sconfiggere nettamente la Harkleroad, la Bovina e soprattutto la n. 12 del seeding, Jelena Dokić, tutte in 2 set. Il quarto turno la vede di fronte a un'altra giovane russa in forte ascesa, Svetlana Kuznetsova, con la quale, dopo aver perso netto il primo set e vinto altrettanto nettamente il II, ingaggia un duello altalenante che si risolve a favore dell'avversaria con il punteggio di 7-5. Maria guadagna altri punti in classifica e affronta la stagione americana, raggiungendo il terzo turno a Los Angeles contro la numero 2 del mondo, la belga Clijsters, da cui perde non senza però essersi tolta la soddisfazione di strapparle un set con il punteggio di 6-1. A Flushing Meadow esce già al II turno contro la francese Loit, ottiene i quarti a Shangai, nei quali impegna la Dementeva. Entra tra le top 50 e si presenta al Japan Open con la testa di serie n. 5: Maria raggiunge la finale contro la modesta Kapros, ma a causa anche dell'emozione trascina il match sino al tie break del III set, in cui finalmente classe e tenuta atletica le permettono di aver la meglio dell'avversaria e aggiudicarsi il primo trofeo WTA. Al torneo di Lussembergo esce in semifinale contro la Clijsters, perdendo nettamente 6-0, 6-3: Maria ancora non ha battuto una tennista appartenente alla top 10, ma si può consolare chiudendo un ottimo 2003 con la seconda vittoria, al torneo di Quebec City, accreditata della testa di serie n. 2 incontra in finale la modesta Sequeros che, dopo aver perso il primo set per 6-2, si ritira. Questa ottima stagione le è valsa il premio di newcomer of the year da parte della WTA. All’Australian Open del 2004, Maria non va oltre il III turno, in cui viene sconfitta in 3 set dalla connazionale Myskina, molto più esperta nel variare tatticamente la partita. Le due giocatrici si ritroveranno nel IV turno ad Indian Wells: anche questa volta la Myskina ha la meglio, ancor più nettamente, concedendo solo 3 game a Maria. Anche a Miami e Berlino il cammino di Maria si interrompe di fronte alle prime top ten riservatele dal tabellone, sottolineando l'immaturità della giovane russa per i traguardi più prestigiosi. A Roma, Maria sfata il tabù, battendo la n. 10 Dementeva in 2 set, ma esce subito dopo per mano della Farina, giocatrice esperta e di grande sagacia tattica. Disputa un buon Roland Garros, raggiungendo i quarti, in cui viene nettamente battuta dall'esperta terraiola Paola Suarez. Finalmente arriva l'erba e Maria ritorna a Birmingham, dove migliora la semi del 2003, superando l'ostica mancina Schnyder e superando in finale un’altra teenager molto promettente, Tatiana Golovin. Maria giunge a Wimbledon con i migliori auspici: se i primi 2 turni sono delle formalità, al terzo trova la Hantuchova, giocatrice di buon talento che pratica un gioco piuttosto simile al suo, ma la russa è capace di imporsi facilmente grazie a talento e carattere. Il IV turno è piuttosto faticoso contro la veterana Amy Frazier, superata per 6-4 7-5, ma ancor più duro è il turno successivo contro Ay Sugiyama, in cui Maria rischia seriamente l'eliminazione nel secondo set, prima di prendere il dominio del match grazie anche a un maggior vigore atletico. Maria affronta la prova del fuoco delle semifinale contro la ex numero 1 Lindsay Davenport: l'americana sfrutta perfettamente esperienza e freschezza, unite alla "paura" di Maria, per conquistare agevolmente il I set, la russa nel II inizia ad avvalersi della sua condizione e sfruttare la sempre minor mobilità della Davenport che cerca disperatamente di non arrivare al III. Maria riesce a strappare il break decisivo e chiudere 7-5, per avviare un III set che dominerà fisicamente e che l'americana perderà tristemente per 6-1. In finale Maria trova Serena Williams, una Williams in tono minore rispetto alla giocatrice che aveva dominato il circuito per lo spazio di un anno. L'americana non regge assolutamente il gioco aggressivo di Maria, che imporrebbe ben altra mobilità rispetto alla pesantezza di Serena, che sfiancata sul piano atletico non può che trovare spuntata l'arma migliore, quella della potenza. Chiudendo con il punteggio di 6-1 6-4, Maria si aggiudica il primo Slam della carriera, diventa la prima russa a vincere Wimbledon, nonché la seconda più giovane vincitrice della storia del torneo. La stagione sul cemento americano è avara di soddisfazioni: esce nei quarti a San Diego in 2 set per mano della Myskina, al III turno a Montreal contro la Zvonareva e sempre al terzo a Flushing Meadow, sconfitta in 3 set dall'esperta Mary Pierce. Anche a Pechino il cammino di Maria si interrompe di fronte alla prima avversaria di spessore, la Kuznetsova, in semifinale, mentre l'agevole tabellone (l'avversaria classificata meglio è la Stosur, n. 81) di Seoul le permette di aggiungere un nuovo torneo al suo palmares, a cui può aggiungere il Japan Open la settimana successiva, anch'esso povero di tenniste di valore. Maria è a caccia di punti, per quella che sarebbe un'insperata partecipazione al Master di fine stagione: la qualificazione le giunge grazie alla finale di Zurigo, raggiunta dopo la vittoria sulla Dementeva, ma persa contro la Molik. Al WTA Championship, Maria è in un girone abbordabile: perde infatti il match più duro contro la Mauresmo, pur impegnando a fondo la ex numero n. 1, ottiene una vittoria importante e netta contro la Kuznetsova, per giocarsi il match decisivo contro la Zvonareva (n. 11 del ranking e qualificata solo grazie a numerosi ritiri), battuta 7-5 6-4. In semifinale l'attende la sua bestia nera, la connazionale Anastasia Myskina, che si aggiudica agevolmente il primo set 6-2, per poi vedere la partita cambiare repentinamente: forse per condizionamento esterno o troppa fiducia, per l'assalto veemente di una Sharapova che non aveva nulla da perdere e che impiegava tutte le doti da fighter che iniziavano ad esser riconosciute all'interno del circuito, il match si chiude a favore di Maria che si aggiudica i restanti set con un duplice 6-2. La sorte aiuta la Sharapova anche in finale: opposta a Serena Williams, nel III set, in svantaggio 4-0, l'avversaria s'infortuna e prosegue la partita per sportività e sperando che la Sharapova butti il match, ma così non sarà e Maria si aggiudicherà il titolo con il punteggio di 4-6, 6-2, 6-4. La russa chiude questa straordinaria stagione salendo al n. 4 del ranking e aggiudicandosi i premi di giocatrice più migliorata e di giocatrice dell'anno. Bisogna dire che Maria durante il corso dell'anno non ha ancora dimostrato di essere una campionessa, ma di averne le potenzialità: è stata fortunata, ma la sua bravura consiste nell'aver saputo sfruttare ogni minima opportunità e nell'aver mostrato un'attitudine da vincente. Maria si presenta all'Australian Open come una delle favorite: supera nei quarti la Kuznetsova, rimontando un set di vantaggio per incontrare in semifinale Serena Williams. Il match è intensissimo: freschezza ed agilità consentono alla russa di aggiudicarsi agevolmente per 6-2 il primo set, mentre nel secondo l'americana inizia a carburare e rispondere colpo su colpo, vincendo 7-5; infine il III, conclusosi 8-6 in favore di Serena, ha visto la russa sciupare ben 3 match point. La russa si rifà aggiudicandosi il Tier I di Tokyo, in finale sulla Davenport, chiudendo al tie break del III e subito dopo conquistando anche il torneo di Doha. Si presenta a Indian Wells come numero 3 del ranking, imbattendosi in semifinale nuovamente contro la Davenport, numero 1 della classifica, nemmeno troppo distante da Maria: la russa, questa volta rimedia una lezione pesantissima dall'americana, che, più riposata, si prende una rivincita d'orgoglio con un doppio 6-0. Maria elabora la sconfitta e a Miami, pur non vincendo, esibisce una buona prova di forza, sconfiggendo nei quarti la rientrante Henin, in semifinale Venus Williams, cedendo solo in finale a una Clijsters rientrante e più agguerrita che mai, tenendole comunque testa nel II set. La terra non le riserva grosse soddisfazioni: a Roma soffre il gioco mancino della Schnyder in semifinale, mentre a Parigi s'imbatte nei quarti in una Justine Henin decisamente in forma e a suo agio sui quella superficie, al contrario di Maria, mai in partita e sconfitta 6-4 6-2. Sull'erba, in preparazione a Wimbledon, si aggiudica nuovamente il torneo di Birmingham, sconfiggendo la Jankovic in finale, mentre a Londra giunge da detentrice del titolo e con il ranking n. 2 della classifica. Maria giunge in semifinale contro Venus Williams senza aver perso un set, dopo aver superato tra le altre la Petrova nei quarti: la giocatrice americana, torna ed esibirsi sui livelli a lei più consoni, con un tennis atletico e raffinato allo stesso tempo. Maria lotta nel primo set, perso al tie break, mentre nel secondo, probabilmente sconfortata psicologicamente, resta in balia dell'avversaria, comunque molto brava nel controllare il match e sempre più ispirata, chiudendo il II con 6-1. In finale contro Venus era arrivata la Davenport, che si infortuna alla schiena: costretta al riposo la numero 1 non può difendere il trono e così, il 22 agosto la russa diventa numero 1 del ranking. Il regno dura solo una settimana, perché la Davenport, di ritorno, si aggiudica New Haven, tornando numero 1. Allo U.S. Open Maria giunge in semifinale, contro la Clijsters, che durante tutta l'estate aveva espresso il miglior tennis del circuito: la russa riesce ad evitare la sconfitta nel II set aggiudicandosi il tie break, ma nel III esce tutta la determinazione, la classe e il gioco di Kim, che con una splendida difesa e la consueta aggressività mette la russa alle corde chiudendo con 6-3. Ad ogni modo, Maria torna numero 1 del ranking, ma i pessimi risultati collezionati nel resto dell'anno, la conducono al WTA Championship con il numero 3 del ranking, dopo solo 6 settimane di regno. La russa si qualifica per le semifinali, in cui incontra la Mauresmo, che finalmente si esprime con sicurezza, sfoggiando tutto il notevole talento: se il primo set resta nell'incertezza e si chiude solo al tie break in favore della francese, nel secondo Amelie alza ulteriormente il livello del gioco, variandolo mirabilmente, sfruttando il magnifico rovescio e mantenendo lucidità e controllo si aggiudica il match per 7-6 6-3. Maria chiude l’anno al numero 4 del ranking e senza aver centrato nemmeno una finale dello slam. La stagione della russa inizia all'Australian Open, in cui giunge in semifinale senza aver perso in set, pur affrontando match equilibrati contro la Hantuchova negli ottavie in particolari contro la Petrova nei quarti. Maria affronta in semifinale la Henin partendo bene ed aggiudicandosi il primo set 6-4, nel II subisce il veemente ritorno della belga che pareggia il conto con un netto 6-1, mentre nel III la partita si fa più equilibrata, anche se, nonostante la ben nota grinta della russa, non è sufficiente rispetto alla classe cristallina e alla concentrazione di Justine che chiude 6-4. La Sharapova giunge a Tokyo ancora stanca ed esce nettamente nei quarti contro la Hingis, mostrando una condizione deficitaria per tenere testa alle sapienti geometrie della svizzera. Maria si prende un'immediata e netta rivincita su Martina nei quarti di Dubai, in cui si sbarazza in 3 set della Davenport in semifinale, grazie alla netta superiorità atletica e si guadagna la rivincita in finale contro la Henin, che la sconfigge comunque in 2 set, rimarcando la sua superiorità. La russa ha modo di rifarsi a Indian Wells, in cui supera nuovamente in scioltezza la Hingis e altrettanto facilmente in finale la connazionale Dementeva, prosegue poi il buon momento di forma al Tier I di Miami, arrivando un po' stanca in finale contro la Kuznetsova, nella quale subisce l'abilità sul veloce della connazionale ed è sconfitta in 2 set. Maria si presenta al Roland Garros senza aver giocato alcun torneo sul rosso e non in perfetta forma: questo, unito alla tradizionale avversione per questa superficie, la portano ad uscire al primo match impegnativo nel quarto turno contro la Safina. A Wimbledon la Sharapova arriva in un periodo di forma non eccelso: è in seria difficoltà già nel quarto turno di fronte a Flavia Pennetta, mentre nei quarti vince agevolmente un match, contro la solita Dementeva, che sarà più ricordato per l'invasione di uno streaker in un derby tra 2 delle bellezze più celebrate del circuito. In semifinale Maria affronta la Mauresmo: in un match ben giocato da ambo le parti, ha la meglio la completezza della francese, finalmente capace di esprimersi ai consoni alti livelli in uno slam, che chiude 6-3, 3-6, 6-2. La Sharapova torna in campo sul cemento americano mostrando subito di aver trovato un ottima condizione: ottiene la vittoria a San Diego, dominando la Clijsters nei momenti chiave di un match molto equilibrato, a Los Angeles perde un po' inaspettatamente, complici caldo e stanchezza, in semifinale contro la Dementeva. Maria arriva a New York in forma devastante: supera la Mauresmo in 3 set in semifinale, ma aggiudicandosi primo e terzo con il punteggio di 6-0 e mostrando enorme facilità di gioco, giusta concentrazione e perfetta tenuta atletica. In finale affronta Justine Henin: il match è equilibrato, ma questa volta Maria può sfoggiare uno stato di forma eccellente e ancor più convinzione del solito, che la porta a giocare punti decisivi con coraggio e lucidità per chiudere con un duplice 6-4 che le vale il II slam in carriera. La russa, sempre in eccellente condizione atletica, è molto carica e cerca di accumulare punti per chiudere la stagione al numero 1 del ranking: si aggiudica il torneo di Zurigo in finale sulla Hantuchova e il torneo di Linz sulla Petrova. Maria giunge ai Master di fine anno con la II posizione e la possibilità di chiudere la stagione al numero 1, occupato dalla detentrice del titolo, Amelie Mauresmo, ma insidiato anche dalla numero 3, la belga Henin. Maria fa pensare che l'obiettivo sia ampiamente alla sua portata nel round robin, dove infila 3 vittorie schiaccianti contro la Dementeva, la Clijsters e la Kuznetsova. In semifinale si trova di fronte, in una terribile rivincita di Flushing Meadow valevole anche per la posizione n. 1, la Henin: inspiegabilmente la russa stenta ad esprimersi sui livelli offerti nella II parte della stagione, cedendo nettamente il primo set per 6-2. Nel secondo Maria torna in partita con tutta la sua grinta, ma la Henin è un osso duro e può mostrare la consueta classe straordinaria e la freddezza per chiudere il match al tie break del II. La sconfitta non le permette di salire sul gradino più alto del ranking, ma di rimanere al n. 2, scavalcata proprio da Justine Henin. La stagione della russa comincia all'Australian Open, dove nel primo turno deve affrontare sul centrale la francese Camille Pin in una partita programmata alle 11 del mattino sotto una temperatura di 45° con l'impossibilità di chiudere il tetto dell'arena, perché il match è iniziato outdoor. Aggiudicatosi il primo set abbastanza agevolmente per 6-3, la russa inizia a mostrare evidente fatica nel sopportare il calore e gioca largamente al di sotto del suo standard, perdendo il secondo set per 6-4. Nel III set Maria sembra tornare padrona del gioco, andando in vantaggio per 5-0, ma qui il crollo fisico e la maggiore spregiudicatezza dell'avversaria le fanno subire una clamorosa rimonta, dopo aver sprecato 2 matchpoint sul 5-2, vanifica un nuovo matchpoint sul 6-5. Pur dimostrando una condizione fisica deficitaria la Sharapova può aggrapparsi alle ben nota grinta e all'esperienza, con cui riesce ad annullare 2 matchpoint alla francese sul 7-6 e infilare 2 game consecutivamente grazie anche alla francese incapace di reggere alla tensione delle occasioni sprecate chiudendo per 9-7. Questo sarà certamente uno dei match più duri che la russa avrà affrontato nella sua carriera. I turni successivi, affrontati con temperature più sostenibili, sono delle formalità per Maria che progressivamente ritrova il suo gioco e si sbarazza della Rodionova prima e della Garbin poi. Il IV turno la vede affrontare la connazionale Vera Zvonareva giocatrice in buon momento di forma che sta tornando sui livelli da top ten: il match è molto equilibrato e solo la capacità di Maria di gestire i punti importanti le permette di avere la meglio. I quarti riservano a Maria un'altra connazionale in forte ascesa, Anna Chakvetadze che le impone un gioco tatticamente sapiente, pieno di variazioni che imbrigliano Maria nel primo set e la vedono sotto per 5-3, finché non recupera percentuali soddisfacenti sulla prima e le permettono di acciuffare il tie break. Nel secondo set il copione si ripete, ma questa volta la fatica inizia a rendere meno efficaci le trame e le strategia della Chakvetadze che regge comunque bene lo scontro prima di perdere 7-5. In semifinale Maria affronta la Clijsters, vincendo nettamente il confronto, soprattutto sul piano fisico. In finale Maria affronta la sorpresa Serena Williams di ritorno sui campi e con una classifica molto bassa. Maria giunge al match stanca e intimorita dal carisma dell'americana che per un paio di stagioni aveva letteralmente dominato la scena tennistica: determinazione e potenza di Serena fanno sì che il match non abbia proprio storia e si chiude così per 6-1 6-2 una delle finali più a senso unico della storia dello slam. Grazie alla finale conquistata e alla mancata partecipazione della Henin, Maria torna ad issarsi sul gradino più alto del ranking Wta, dopo che nel 2005 regnò per 7 settimane. Al torneo di Tokyo, dopo aver superato la Schiavone e la Sugyama, Maria è costretta al ritiro contro la Ivanovic a causa di un infortunio muscolare. Ad Indian Wells, dove Maria è chiamata a difendere il titolo uscente e la prima posizione del ranking, si presenta in una condizione fisica e psicologica deficitaria: supera con una certa fatica giocatrici nettamente inferiori quali Michaella Kraijcek e Nathalie Dechy, per poi dover affrontare nel IV turno Vera Zvonareva. La Sharapova si aggiudica il primo set 6-4 sfruttando il break di vantaggio e si porta avanti 5-3 nel II, nonostante una seconda di servizio non molto efficace, per due volte si porta a 2 punti dal match ma sciupa queste occasioni e subentrano stanchezza e un black out psicologico che consente alla Zvonareva di inanellare 8 game di fila e filare tranquilla verso la vittoria con il punteggio di 4-6 7-5 6-1. Al termine di Indian Wells la russa ha raggiunto le 14 settimane complessive al numero 1 del ranking Wta, piazzandosi al XIII posto nella graduatoria che misura il numero di settimane delle tenniste che hanno occupato questa posizione, ma i punti persi nel torneo californiano la costringono a cedere la posizione alla belga Justine Henin che ritorna sul trono dopo la mancata partecipazione ai tornei australiani. A Key Biscayne, per il Tier I di Miami, Maria deve affrontare un tabellone molto impegnativo: al terzo turno incontra Venus Williams, rimonta un set e poi ingaggia una dura battaglia nel III che la vede sull'orlo della sconfitta, 3-1 e breakpoint per Venus e poi sotto di nuovo 5-4, ma grazie alla consueta determinazione chiude 2-6 6-2 7-5. Al quarto turno affronta Serena Williams che più che dominarla sul campo la domina mentalmente, memore della dura sconfitta rimediata in finale a Melbourne, Maria non entra mai in partita e subisce una delle sconfitte più umilianti della sua carriera: 1-6 1-6. Maria a causa di un problema muscolare alla spalla è costretta a saltare buona parte della stagione sul rosso, rientrando solamente al torneo di Istanbul come preparazione a Parigi. In Turchia la russa non è ancora brillante: supera con fatica nei quarti la nuova grande promessa, la Radwanska, per poi cedere in semifinale 6-2 6-4 da Aravane Rezai. La Sharapova giunge al Roland Garros in condizioni non ancora ottimali e su una superficie che le è poco congeniale, tuttavia disputa un buon torneo caratterizzato dall'epica vittoria per 9-7 al III set del quarto turno contro la Schnyder, dove in più occasioni si salva dalla sconfitta con la consueta tenacia. Nei quarti si impone grazie agli straordinari mezzi atletici sulla connazionale Chakvetadze, per poi rimediare una sonora sconfitta in semifinale dall'emergente Ivanovic. La russa torna in campo a Birmingham dove raggiunge la finale in cui è superata dalla sempre più convincente Jankovic in un III tiratissimo set che si chiude 7-5 per la serba. Al successivo torneo di Wimbledon la Sharapova è nuovamente vittima di una Williams, questa volta Venus, che si prende una sonora rivincita della finale 2004, con il punteggio di 6-1 6-3, tanto che si potrebbe dire che le 2 sorelle esercitano una superiorità anzitutto psicologica nei confronti della siberiana. Maria ha l'occasione di rifarsi al Tier I di San Diego dove infila convincenti vittorie contro la Golovin, la Mirza e la Chakvetadze, per poi chiudere la finale contro la Schnyder con un secco 6-0 al III che le permette di aggiudicarsi nuovamente un trofeo dopo il digiuno che durava dall'Us Open. Il periodo positivo si interrompe subito: al successivo torneo di Los Angeles, in cui Maria è accreditata della testa di serie n. 1, durante la fase di riscaldamento prima della semifinale contro Nadia Petrova subisce uno stiramento che la costringe a dare forfait e mettere in dubbio la partecipazione al prossimo Us Open.
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