Michael Johnson

Nato a Dallas il 13 settembre del 1967 Michael Duane Johnson è considerato da molti il più grande specialista di tutti i tempi nelle gare di velocità prolungata e, in generale, uno dei più grandi atleti di sempre. Detiene i record mondiali nei 200 metri (19.32 secondi), 400 metri (43.18 secondi) e nella staffetta 4x400 (2:54.20, come componente della squadra USA); ha vinto quattro ori olimpici ed è stato per nove volte campione del mondo. Ha detenuto il record del mondo anche nei 400 indoor, con 44"63. È stato il primo uomo nella storia a vincere i 200 e i 400 metri nella stessa Olimpiade, quella del 1996; sono due invece le donne che hanno portato a termine questa impresa: Valerie Brisco-Hooks nel 1984 e Marie-José Perec nel 1996. Il primo vero successo in campo mondiale arrivò nel 1991, quando Johnson vinse il titolo nei 200 metri ai Campionati mondiali di Tokyo. Alle Olimpiadi del 1992, invece, Johnson non riuscì a qualificarsi alla finale dei 200 metri, a causa di un'intossicazione alimentare, ma vinse l'oro come componente della staffetta 4×400, che stabilì anche il nuovo record del mondo con il tempo di 2:55.74. Dopo il disappunto per la mancata finale dei 200 metri alle Olimpiadi, Johnson vinse i 400 metri ai Campionati mondiali di Stoccarda del 1993; vinse inoltre un secondo oro nella staffetta 4×400, che stabilì un nuovo record mondiale (2:54.29). Nei successivi Campionati mondiali di Goteborg, in Svezia, Johnson conquistò la sua prima "doppietta" in un grande evento; egli vinse infatti sia i 200 che i 400 metri e oltre a questo ottenne un nuovo oro come componente della squadra di staffetta. L'anno successivo Johnson abbassò lo storico record mondiale dei 200 metri dell'italiano Pietro Mennea, portandolo a 19.66 durante i Campionati nazionali USA. Con questa prestazione si qualificò ai Giochi Olimpici di Atlanta, preparandosi all'impresa "impossibile": vincere per la prima volta sia il titolo dei 200 che dei 400 metri. Il 29 luglio vinse facilmente il titolo dei 400 con il tempo di 43.49 secondi, distanziando di quasi un secondo il britannico Roger Black e di 1.04 l'ugandese Davis Kamoga. Il 1 agosto, nella finale dei 200 metri, Johnson corse i primi 100 metri in 10.12 secondi, chiudendo la gara con il tempo di 19.32, incredibile nuovo record del mondo; raggiunse la velocità di 37 km/h. Questo fu il più grande miglioramento del record dei 200 metri in tutta la storia, paragonabile forse nel resto dell'atletica solo al salto in lungo di Bob Beamon alle Olimpiadi del 1968 in Messico. All'inizio del 1997 Johnson si infortunò durante una gara con Donovan Bailey sulla distanza di 150 metri, con un premio di un milione di dollari per il vincitore; riuscì tuttavia nello stesso anno a vincere il suo terzo titolo mondiale sui 400 metri. Nel 1998 fu colpito da un nuovo infortunio e nella stagione successiva la sua preparazione ai Campionati mondiali di Siviglia fu ridotta a sole quattro gare sui 400 metri, a causa di ulteriori problemi fisici; se non fosse stato per la politica della IAAF di ammettere automaticamente i detentori del titolo ai Campionati mondiali, non sarebbe neppure andato a Siviglia poiché non aveva superato i Trial americani essendo infortunato. Ma guarì perfettamente e vinse così il suo quarto titolo mondiale nei 400 metri con il nuovo fantastico record del mondo di 43.18 secondi. Successivamente corse come ultimo staffettista nella 4×400, aggiungendo qundi il nono oro alla sua collezione. Johnson concluse la sua favolosa carriera ai Giochi Olimpici di Sydney vincendo i 400 metri e la staffetta 4×400 e portando così il totale dei suoi ori olimpici a cinque. Tuttavia, il conto delle sue medaglie d'oro è destinato probabilmente a scendere a quattro in breve tempo. Nel 2003 venne rivelato che a Jerome Young era stato consentito di partecipare alle Olimpiadi, dove aveva corso nei turni preliminari della 4×400, nonostante fosse stato trovato positivo agli steroidi a un test antidoping nel 1999. Una corte d'appello della USA Track & Field aveva rigettato la decisione dell'esperto di doping dell'organizzazione, permettendo a Young, nonostante la positività, di partecipare. Il consiglio della IAAF ha già approvato la decisione di privare la staffetta americana della medaglia vinta; il Comitato Olimpico Internazionale copierà probabilmente questa decisione prima dell'inizio dei Giochi Olimpici 2004. Johnson ha ottenuto per 22 volte un tempo inferiore ai 44 secondi in gare sui 400 metri. Nei 200, è sceso 17 volte sotto i 20 secondi e 6 volte sotto 19.80. Detiene inoltre il record mondiale sulla distanza atipica dei 300 metri con il tempo di 30.85 (il record precedente era di 31.48). Michael Johnson è stato probabilmente la figura più nota dell'atletica negli anni '90, rimanendo per gran parte di questo decennio praticamente imbattuto sugli sprint lunghi. Dopo il ritiro, viene spesso utilizzato dalle televisioni come esperto di atletica ed è l'agente del nuovo astro nascente dei 400mt, il bianco statunitense Jeremy Wariner. Michael Johnson aveva uno stile di corsa inconfondibile, caratterizzato da busto eretto, testa alta, passi corti e poco movimento delle braccia (che gli valse diversi soprannomi tra cui "soldatino di piombo" e "Forrest Gump"). Questo stile, del tutto atipico per uno sprinter, è sempre stato criticato da quanti lo ritenevano, oltre che poco ortodosso, addirittura controproducente. I fatti, e gli eccezionali risultati raggiunti, hanno sempre dato ragione a Johnson.
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